Le recenti disposizioni introdotte dal Collegato Fiscale 2024 apportano importanti novità per i titolari di partita iva. Il rinvio degli acconti fiscali al 2025 e l’adesione al Concordato Preventivo Biennale (CPB) rappresentano strumenti chiave per una gestione più flessibile degli obblighi tributari. Vediamo nel dettaglio come funzionano queste misure e quali sono le principali opportunità per i contribuenti.
Rinvio acconti 2024: chi ne beneficia
La proroga del versamento degli acconti fiscali è destinata ai titolari di partita iva che soddisfano specifici requisiti. In particolare:
- ricavi o compensi dichiarati nel 2023 inferiori a 170.000 euro
- applicabilità del rinvio alle imposte sui redditi, imposte sostitutive e cedolare secca, ma non all’IRAP né ai contributi previdenziali
Grazie a un emendamento inserito nel Dl 155/2024, i soggetti ammessi possono posticipare il pagamento della seconda rata di acconto al 16 gennaio 2025. È inoltre prevista la possibilità di rateizzare il pagamento in 5 rate mensili, con scadenza ogni giorno 16 del mese, a partire da gennaio 2025.
Adesione al CPB: caratteristiche e scadenze
Il Contributo Preventivo Biennale (CPB), introdotto dal Dlgs n. 13/2024, è un’opzione agevolativa che consente di pianificare il calcolo degli acconti basandosi su criteri previsioni o storici. I contribuenti possono aderire al CPB:
- entro il 31 ottobre 2024, seguendo le modalità ordinarie
- entro il 12 dicembre 2024, grazie alla riapertura dei termini prevista dal Dl 167/2024
L’adesione al CPB prevede due modalità principali per il calcolo degli acconti:
- sistema previsionale calcolato sul reddito e sul valore aggiunto della produzione concordati al momento dell’adesione
- sistema storico con maggiorazione:
- 10% per le imposte sui redditi e la sostitutiva (forfettari ordinari)
- 3% per i forfettari in regime start-up e per l’IRAP
Questi metodi permettono di personalizzare il calcolo degli acconti, assicurando una maggiore precisione e riducendo il rischio di errori.
Come si intrecciano il rinvio degli acconti e il CPB
La proroga del pagamento degli acconti consente ai contribuenti che hanno aderito al CPB o che intendono farlo entro il 12 dicembre 2024 di posticipare il versamento dell’acconto rafforzato al 16 gennaio 2025. Tuttavia, è importante sottolineare che il beneficio è riservato a coloro che rispettano il limite di 170.000 euro di ricavi o compensi dichiarati per il 2023.
Per chi aderisce al CPB entro il 12 dicembre e si trova in ritardo sui versamenti, la proroga elimina la necessità di ricorrere al ravvedimento operoso. L’acconto rafforzato può essere versato direttamente entro la nuova scadenza, evitando penalità.
Punti chiave per i contribuenti
Queste misure offrono maggiore flessibilità nella gestione degli obblighi fiscali, ma richiedono un’attenta analisi. È fondamentale verificare se si soddisfano i requisiti per beneficiare del rinvio e pianificare con precisione l’adesione al CPB.
Un punto critico riguarda i soggetti che intendono aderire al CPB tardivamente: non tutti potranno beneficiare della proroga degli acconti. Solo chi rispetta i requisiti di ricavi o compensi e ha integrato correttamente la propria dichiarazione 2023 potrà accedere a questa agevolazione.
Conclusioni
Il rinvio degli acconti 2024 e l’adesione al CPB rappresentano opportunità rilevanti per i titolari di partita iva, consentendo una maggiore flessibilità e una pianificazione fiscale più efficiente. Tuttavia, le norme richiedono una comprensione approfondita e una gestione attenta per evitare errori o inadempienze.
Affidarsi a un consulente fiscale esperto è la scelta migliore per sfruttare al massimo queste agevolazioni, assicurando la conformità agli adempimenti normativi e una gestione ottimale della propria posizione tributaria.