Il Consiglio dei Ministri ha approvato, lo scorso 29 ottobre, un decreto legislativo che introduce importanti aggiornamenti al regime speciale IVA per le piccole imprese. Questo provvedimento recepisce le direttive europee (UE) 2020/285 e (UE) 2022/542, con l’obiettivo di semplificare gli adempimenti e favorire la competitività delle piccole imprese a livello nazionale e transfrontaliero. Vediamo insieme le principali novità che entreranno in vigore a partire dal 1° gennaio 2025.
Nuove direttive europee e obiettivi del decreto
Il decreto legislativo recepisce la direttiva (UE) 2020/285 del Consiglio del 18 febbraio 2020, che modifica la direttiva 2006/112/CE, e la direttiva (UE) 2022/542 del Consiglio del 5 aprile 2022, entrambe relative al sistema comune d’imposta sul valore aggiunto e al regime speciale per le piccole imprese. L’obiettivo principale è quello di armonizzare le normative nazionali con gli standard europei, rendendo più semplice la gestione dell’IVA per le piccole imprese.
Principali novità per il regime IVA delle piccole imprese
Dal 1° gennaio 2025, il regime speciale IVA sarà applicabile ai soggetti con un volume di affari al di sotto della soglia nazionale, che non potrà superare gli 85.000 euro. Questa modifica ha lo scopo di allineare il regime IVA italiano con le altre legislazioni europee e di facilitare le operazioni transfrontaliere per le piccole imprese.
Il decreto prevede anche l’introduzione di un regime di franchigia IVA transfrontaliero, che consentirà alle piccole imprese non stabilite di beneficiare del regime di esenzione in un altro Stato membro, a condizione che il loro volume d’affari sia inferiore a 100.000 euro e rientri nella soglia nazionale dello Stato in cui si chiede l’esenzione.
Il nuovo sistema prevede:
- applicazione domestica, riservata ai soggetti stabiliti nello Stato membro in cui è dovuta l’IVA
- applicazione transfrontaliera che permette alle piccole imprese di beneficiare del regime speciale in altri Stati membri, applicando le stesse condizioni previste per i soggetti residenti.
Questa doppia applicazione semplifica notevolmente le operazioni per le piccole imprese che effettuano transazioni a livello internazionale.
Misure di semplificazione amministrativa
Il decreto introduce diverse semplificazioni per ridurre gli oneri burocratici delle piccole imprese:
- riduzione della documentazione richiesta
- snellimento delle procedure per le operazioni internazionali
- un sistema più trasparente e meno oneroso per chi opera in più Paesi dell’UE
Queste misure mirano a rendere la gestione fiscale più agevole, stimolando la crescita e la competitività delle microimprese italiane.
Impatto sul regime forfettario nazionale
Il recepimento delle direttive europee si sviluppa su due piani.
- modifiche al regime forfettario: la legge n. 190 del 2014, che regola il regime forfettario, viene aggiornata per integrare le nuove soglie di fatturato. Grazie alla decisione del Consiglio del 21 marzo 2023, l’Italia può esentare dall’IVA i soggetti con un volume d’affari fino a 85.000 euro, anticipando così l’allineamento con le disposizioni europee.
- nuovo titolo V-ter nel DPR n. 633/1972: vene introdotto un nuovo titolo che disciplina il regime di franchigia IVA. Il Titolo V-ter è suddiviso in due sezioni: una per il regime nazionale applicabile ai soggetti esteri e l’altra per il regime transfrontaliero per le imprese italiane.
Considerazioni finali
Il nuovo regime speciale IVA per le piccole imprese rappresenta un’opportunità significativa per semplificare la gestione fiscale e migliorare la liquidità. Tuttavia, è fondamentale che le imprese comprendano appieno le nuove regole e valutino la propria posizione fiscale per evitare errori. Per questo motivo, si consiglia di consultare un commercialista o un consulente esperto in materia fiscale.
Il decreto legislativo, atteso in Gazzetta Ufficiale, segna un importante passo verso una maggiore integrazione con le normative europee, rendendo il sistema fiscale italiano più efficiente e competitivo a livello internazionale.
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