Ogni anno, nel mese di gennaio, si ripropone un tema comune a tanti contribuenti muniti di partita Iva, e precisamente a chi affidare la gestione della contabilità. Le motivazioni che possono portare ad un cambiamento sono molteplici.
A volte non si è soddisfatti del servizio, a volte c’è la necessità di contenere i costi.
In tutti i casi, il professionista o l’imprenditore si trovano di fronte ad un problema spinoso ossia quando cambiare il commercialista.
Nel contributo di oggi, trattiamo questo argomento, provando a evidenziare gli aspetti più importanti.
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Quando è il momento migliore per cambiare il commercialista?
Il primo passo da compiere, quando si cambia commercialista è fare chiarezza con il vecchio consulente.
Prima di spedire una lettera di recesso dal contratto stipulato in precedenza, è caldamente consigliato di anticipare e comunicare personalmente la decisione presa.
Il motivo è semplice, non dimentichiamoci che il vecchio consulente è stato, spesso per molti anni, il nostro referente per tutti i problemi di natura fiscale e societaria.
Fatta questa premessa, quando abbiamo maturato la decisione di cambiare la cosa essenziale è capire come liberarsi dei servizi del vecchio consulente.
La prima cosa da verificare è se esiste un legame costituito da un atto scritto.
Ricorda che non deve esserci necessariamente un mandato firmato che ti lega al vecchio consulente
Presta attenzione perché il mandato professionale può essere conferito anche senza tale formalizzazione.
Se desideri ulteriori chiarimenti, puoi leggere il nostro articolo come cambiare commercialista.
Se il mandato è stato conferito con un atto scritto, è necessario verificare i termini previsti per poterlo eventualmente revocare.
C’è un iter preciso da rispettare per l’invio della lettera di recesso?
No, sappiate che la lettera di recesso dal contratto può essere spedita in qualsiasi momento e che non necessita di una specifica motivazione.
Di seguito ti offriamo un fac-simile di lettera revoca del mandato: revoca mandato commercialista
Qualche consiglio utile
Si consiglia di spedire la lettera con raccomandata A/R oppure con pec.
Come si può evincere dalla lettera fac-simile, gli adempimenti tributari relativi all’anno di competenza rimangono generalmente compito del vecchio consulente.
Il motivo è semplice: il vecchio consulente ha tenuto tutti i libri contabili e la compilazione dei modelli dichiarativi.
Di conseguenza risulta spesso un adempimento automatico gestito dai propri software gestionali.
Facciamo un po’ di chiarezza.
Se si effettua la revoca al consulente nel Gennaio 2017 per i servizi del periodo d’imposta 2017, occorre che il professionista entrante si coordini con colui che esce.
Questo perché tutti gli adempimenti inerenti il periodo d’imposta 2016 devono ancora scadere, ovvero:
- la dichiarazione Iva;
- la dichiarazione Irap;
- la dichiarazione dei redditi;
- il modello 770;
- la certificazione unica;
- lo spesometro.
Tutti gli adempimenti a scadere dovrebbero essere completati dal vecchio consulente, ma potrebbe anche avvenire il contrario.
Non è raro infatti che il cambio di commercialista determini un rifiuto da parte del vecchio professionista di compiere tutti gli adempimenti a scadere, anche se risultano inerenti all’anno di sua competenza.
Il periodo dell’anno più adatto
Il periodo dell’anno più adatto per cambiare il commercialista è l’inizio dell’anno e adesso ne spieghiamo il motivo.
La tenuta della contabilità è divisa in esercizi amministrativi sia per motivi civili che fiscali.
Un esercizio amministrativo corrisponde, di massima, all’anno solare.
Se il contribuente adotta il regime di contabilità ordinario, alla data del 31 Dicembre deve fare la chiusura della contabilità.
Perciò per il consulente entrante, è un’operazione facile ed immediata partire dalla riapertura dei conti al 1° Gennaio.
Ben più complesso è il caso del nuovo consulente che entra nella tenuta della contabilità durante l’esercizio amministrativo.
Quando cambiare commercialista nel regime dei minimi o regime forfettario?
Nel caso di contribuenti minimi o forfettari il cambio di commercialista è molto facile, in qualunque periodo dell’anno.
Il motivo è davvero banale, perché?
Perché i minimi ed i forfettari non hanno alcun obbligo di tenuta della contabilità, ma devono soltanto compilare ed inviare la dichiarazione dei redditi.
La comunicazione del cambio di commercialista all’Agenzia delle Entrate
Se i documenti contabili sono depositati presso il vostro consulente occorre che l’Agenzia delle Entrate venga informata.
In caso di variazione del luogo di tenuta delle scritture contabili il contribuente deve, entro 30 giorni dall’avvenuta variazione, comunicarlo all’Agenzia delle Entrate.
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