Quando una società si trova in una situazione che comporta il suo scioglimento, gli amministratori hanno obblighi e responsabilità ben definiti per evitare conseguenze legali e patrimoniali. Vediamo quali sono le regole principali e le implicazioni che derivano dallo scioglimento, con particolare attenzione alle perdite di capitale e agli atti di gestione consentiti.
Cause di scioglimento e obblighi degli amministratori
Lo scioglimento della società può avvenire per diverse ragioni, tra cui la scadenza del termine fissato nell’atto costitutivo, l’impossibilità di conseguire l’oggetto sociale o la perdita del capitale sociale sotto il minimo legale a causa di perdite superiori a un terzo. In tali casi, gli amministratori devono agire immediatamente per dichiarare lo stato di scioglimento e avviare la liquidazione.
Gli amministratori sono tenuti a:
- convocare l’assemblea dei soci senza indugio per deliberare sullo scioglimento o sulla ricostituzione del capitale, come previsto dagli articoli 2447 e 2482-ter del codice civile.
- limitarsi ad atti conservativi per preservare l’integrità e il valore del patrimonio sociale, come stabilito dall’art. 2486 c.c. Qualsiasi atto che ecceda questa gestione conservativa può comportare responsabilità personale per i danni causati.
Atti di gestione e responsabilità
Dopo la dichiarazione di scioglimento, gli amministratori devono agire esclusivamente per salvaguardare il patrimonio. Se si verificano atti che aggravano il dissesto o che non rientrano nelle operazioni di conservazione, gli amministratori possono essere ritenuti personalmente e solidalmente responsabili per i danni arrecati a soci, creditori sociali e terzi.
Esempio di responsabilità per aggravamento del dissesto
Quando il capitale sociale scende sotto il minimo legale e l’assemblea non ricostituisce il capitale o non trasforma la società in una società di persone, lo scioglimento diventa obbligatorio. Se gli amministratori continuano a operare come se la società fosse ancora in bonis, il danno risarcibile è calcolato come la differenza tra il patrimonio netto al momento della liquidazione e quello esistente alla data in cui si è verificata la causa di scioglimento, dedotti i costi di liquidazione.
Il ruolo del curatore e la valutazione del patrimonio
In caso di procedura concorsuale, il curatore deve redigere il bilancio di liquidazione basato sui documenti contabili e determinare il patrimonio netto secondo criteri di liquidazione, applicando il principio contabile OIC 5. Questo principio prevede che le attività siano valutate al valore di realizzo e le passività al valore di estinzione. Eventuali fondi per costi e oneri di liquidazione devono essere inclusi per ottenere una rappresentazione accurata del patrimonio.
Determinazione del danno risarcibile
Se gli amministratori non rispettano gli obblighi, il danno è calcolato come la differenza tra il patrimonio netto alla data di apertura della procedura concorsuale e quello esistente alla data della causa di scioglimento. In assenza di scritture contabili regolari, il danno può essere determinato in misura pari alla differenza tra l’attivo e il passivo accertati.
Considerazioni finali
La corretta gestione dello scioglimento della società è cruciale per evitare conseguenze legali. Gli amministratori devono agire con diligenza, convocare tempestivamente l’assemblea e limitarsi ad atti conservativi. Il mancato rispetto di queste regole può comportare gravi responsabilità personali e patrimoniali. È essenziale, quindi, affidarsi a consulenti legali e contabili per garantire il rispetto delle normative e una gestione ordinata della liquidazione.
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