Con l’approvazione della Legge di Bilancio 2025, il dibattito si concentra sulla riforma dell’IRPEF e sul ruolo cruciale del concordato preventivo biennale. La bozza del testo è stata presentata alla Camera il 23 ottobre, aprendo ufficialmente il percorso parlamentare che si concluderà entro la fine dell’anno.
Concordato preventivo biennale: la discussione è accesa
Il concordato preventivo biennale continua a far discutere, con diverse sigle sindacali dei commercialisti che, durante una conferenza alla Sala Stampa della Camera, hanno richiesto una proroga per dare più tempo ai contribuenti e agli operatori per valutare l’adesione. Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha però ribadito l’impossibilità di una proroga, sottolineando che le difficoltà non derivano da mancanza di volontà, ma da limiti oggettivi imposti dalla Legge di Bilancio.
Parallelamente, il DL Fiscale n. 155/2024 ha introdotto le ultime modifiche alle regole del concordato, che influenzeranno le decisioni delle partite IVA. La scadenza per l’adesione rimane il 31 ottobre, con l’obiettivo di garantire entrate stabili e sufficienti per supportare eventuali riduzioni delle aliquote IRPEF.
Revisione dell’IRPEF e nuove aliquote
La Manovra 2025 conferma l’IRPEF a tre aliquote, con possibilità di ulteriori semplificazioni fiscali. Tuttavia, le modifiche sostanziali dipenderanno dai risultati del concordato preventivo. Se questo meccanismo riuscirà a garantire le entrate previste, il Governo potrà valutare ulteriori interventi, come l’estensione del regime forfettario fino a 100.000 euro di reddito, come suggerito dal Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti.
Il rischio, però, rimane quello di un flop che potrebbe generare minori entrate, considerando che il concordato è vantaggioso per chi prevede di guadagnare di più nei prossimi due anni, congelando le imposte a pagare.
Altre misure della Manovra 2025
La Legge di Bilancio non si limita all’IRPEF e prevede una serie di altre novità fiscali e misure a supporto del lavoro e delle famiglie.
- fisco: taglio del cuneo fiscale per chi guadagna fino a 40.000 euro, estensione della web tax a tutte le imprese digitali, e tassazione delle criptovalute aumentata dal 26% al 42%.
- premi di produttività: detassazione al 5% fino al 2027.
- fringe benefit: limite di esenzione a 1.000 euro (2.000 con figli a carico) e fino a 5.000 euro per chi trasferisce la residenza oltre 100 km.
- assunzioni: proroga triennale della maxi deduzione per nuove assunzioni, favorendo l’occupazione stabile.
Novità per il settore edilizio
Sul fronte dei bonus casa, la Manovra prevede:
- ecobonus e bonus ristrutturazioni con aliquota del 50% per le prime case e 36% per le seconde case nel 2025, con ulteriori riduzioni nel 2026 e 2027
- superbonus prevede la possibilità di fruire delle detrazioni in dieci anni per le spese sostenute nel 2023, con un’aliquota ridotta al 65% dal 2025 per chi ha già avviato i lavori.
Misure per le famiglie e il sostegno al lavoro
Il pacchetto per le famiglie include:
- tre mesi di congedo parentale all’80%
- carta per i nuovi nati con un bonus di 1.000 euro (ISEE fino a 40.000 euro)
- estensione delle agevolazioni sui mutui per la prima casa fino al 2027.
Sul fronte pensionistico, la Manovra conferma Quota 103, Opzione Donna e Ape Sociale, con piena rivalutazione delle pensioni minime e incentivi per chi resta in servizio.
Prospettive e sfide
Il successo della Manovra 2025 dipenderà dal concordato preventivo, che rappresenta un tassello fondamentale per finanziare le riduzioni fiscali. Novembre sarà un mese decisivo: il Parlamento dovrà discutere e modificare il testo, mentre si attende il parere dell’UE sulle misure previste. Le prossime settimane definiranno il futuro fiscale e lavorativo del Paese, con grandi aspettative e qualche preoccupazione per la sostenibilità economica delle proposte.