Hai deciso di aprire la partita Iva in regime forfettario e cerchi informazioni? Sei un istruttore sportivo e vuoi iniziare prima possibile la professione? O semplicemente stai valutando se ti conviene aprire la partita Iva per cominciare la tua avventura lavorativa.
In tutti i casi sei atterrato sulla pagina giusta perché oggi parliamo di istruttori sportivi e partita Iva e vedremo insieme tutti gli aspetti che devi conoscere.
Il forfettario è un regime agevolato applicabile a tutte le partite Iva individuali spesso anche definito flat-tax, perché prevede un’aliquota fissa del 15% sull’imponibile.
Se possiedi determinati requisiti l’aliquota si riduce al 5% per un periodo di cinque anni.
Nel caso volessi approfondire tutti gli aspetti del regime forfettario ti suggeriamo la lettura della nostra guida completa al regime forfettario.
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Istruttori sportivi e compensi occasionali
Facciamo una premessa fondamentale, in certi casi è possibile che si verifichi il caso di istruttori sportivi senza partita Iva che collaborano sistematicamente con la stessa associazione sportiva. A differenza di quanto si possa pensare, non è una situazione sporadica ma al contrario si verifica molto di frequente. Come è noto sotto l’aspetto tributario vi è una normativa molto utilizzata per il pagamento dei compensi agli istruttori sportivi da parte delle A.S.D o S.S.D. Si tratta dei pagamenti qualificati come occasionali e l’art. 67, primo comma lettera m) tuir ne disciplina un trattamento favorevole.
L’art. 67 primo comma lettera m) Tuir dispone quali sono considerati redditi ovvero:
- le indennità di trasferta
- i rimborsi forfettari di spesa
- i premi
- i compensi erogati ai direttori artistici ed ai collaboratori tecnici per prestazioni di natura non professionale.
Gli stessi devono essere erogati nell’esercizio diretto di :
- attività sportive dilettantistiche dal CONI
- dalle Federazioni sportive nazionali
- dall’Unione Nazionale per l’Incremento delle Razze Equine (UNIRE)
- dagli enti di promozione sportiva
- da qualunque organismo, comunque denominato, che persegua finalità sportive dilettantistiche e che da essi sia riconosciuto.
Tale disposizione si applica anche ai rapporti di collaborazione coordinata e continuativa di carattere amministrativo gestionale di natura non professionale resi in favore di società e associazioni sportive dilettantistiche.
Le indennità, i rimborsi forfettari, i premi e i compensi di cui alla lettera m del comma 1 dell’articolo 67 non concorrono a formare il reddito.
A meno che non venga superato l’importo complessivo nel periodo d’imposta di 7.500 €.
Istruttori sportivi: il difficile inquadramento fiscale
Se esiste una norma agevolativa laddove i redditi degli istruttori sportivi si qualifichino quali redditi diversi, il problema non risolto è capire chi possa utilizzare tale norme.
Inquadrare adeguatamente la professione di istruttore sportivo non è facile.
In questi ultimi anni anche la giurisprudenza non ha avuto un orientamento univoco.
In particolare occorre analizzare la figura di istruttore sportivo ed il rapporto che lo lega all’associazione.
Vediamo dunque due sentenze recenti che inquadrano il problema in maniera non uniforme.
La Cassazione, III sezione 602/2014 ha dovuto trattare il caso più abituale: quello di accertarsi se l’inquadramento dell’istruttore sportivo ai sensi dell’art. 67 primo comma lettera m) Tuir sia sempre consono alle prestazioni effettuate nei confronti di una società sportiva dilettanstisca che gestisce una palestra, regolarmente iscritto al registro Coni.
Secondo la Cassazione «quale premessa di ordine metodologico, occorre partire dalla nozione di attività sportiva dilettantistica.
Nel nostro ordinamento non figura una definizione giuridica univoca di tale attività e, più in generale, di sport dilettantistico.
Tale nozione si ricava per esclusione rispetto al concetto di attività sportiva professionistica.
Ovvero che prevede l’esercizio di attività sportive in via continuativa, e remunerata a titolo professionale, normativamente disciplinata dalla legge 91/81, sul professionismo sportivo.
In parallelo va aggiunto che la figura del lavoratore sportivo dilettante non forma oggetto di una disciplina giuridica compiuta, né nell’ordinamento sportivo, né in quello nazionale.
Manca, infatti, uno specifico inquadramento sotto il profilo del diritto del lavoro, mentre si rinviene la regolazione di taluni aspetti specifici, soprattutto nel settore del diritto tributario.
Le precisazioni della Corte
Fatta la seguente premessa secondo la Corte gli istruttori o i maestri che tengano dei corsi in favore dei soci/clienti del sodalizio, potrebbero essere regolarmente inquadrati nell’alveo della predetta normativa di favore. (cioè l’articolo 67, primo comma, lettera m) del Tuir).
Sempre che tali attività si svolgano nel contesto di un rapporto associativo che lega l’istruttore/maestro al sodalizio. Laddove, invece, si dovesse accertare che il compenso ricevuto da tali soggetti sia ricollegato o ricollegabile all’assunzione di un obbligo di fare la situazione sarebbe diversa.
E’ evidente che la mancata partecipazione alla vita associativa del sodalizio, o la ricezione di un compenso secondo logiche di mercato, vanificherebbe la natura sportivo-dilettantistica della prestazione.
Molto più aperta invece appare la lettura della norma fiscale agevolativa da parte della Corte d’appello di Firenze.
La stessa con Sent. 683/2014 ritiene che la finalità perseguita dal legislatore è quella di realizzare un regime di favore a vantaggio delle associazioni sportive dilettantistiche.
Esentando dal pagamento dell’imposta (e della contribuzione) quanto queste corrispondano in forme di rimborsi forfettari o di compensi.
Questo vale non solo per gli atleti, ma anche per tutti coloro che collaborano con mansioni tecniche o gestionali, al funzionamento della struttura riconosciuta dal Coni.
Vi sottende, ovviamente, la necessità di incentivare questo tipo di attività e di alleggerirne i costi di gestione.
Il presupposto è sicuramente quello di avere anche una funzione educativa, che consegue all’esercizio di attività sportive non professionistiche.
Istruttori sportivi con partita Iva
Per gli istruttori sportivi e le rispettive ASD che vogliono chiarezza nei reciproci rapporti, non rimane che vagliare la strada più sicura:
istruttore sportivo con partita Iva
In questo caso, esiste un regime fiscale agevolato naturale che può interessare l’istruttore, il regime forfettario.
Nel caso degli istruttori sportivi, la tabella ministeriale allegata alla normativa istitutiva del regime forfettario, indica:
- limite dei ricavi 85.000 €;
- coefficiente di redditività 78%.
Facciamo un esempio
Analizziamo un un istruttore che nel 2023 apre la posizione Iva per la prima volta e sceglie di adottare il regime forfettario. Supponiamo che nello stesso anno abbia compensi per 10.000 €
Le tasse da versare, saranno cosi calcolate:
10.000 € x 78% = base imponibile 7.800 €.
imposta sostitutiva 7.800 x 5% = 390 €.
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Irene dice
Buongiorno, vorrei avere una delucidazione: sono un’istruttrice sportiva con partita IVA aperta nel regime dei minimi, lavoro sia per centri che mi richiedono fattura sia per palestre che sono ASD e che quindi mi pagherebbero con questo contratto fino al raggiungimento di € 7.500,00.
é possibile adottare entrambe le metodiche di pagamento o avendo partita IVA devo per forza emettere fattura a tutti i centri indistintamente?
Vi ringrazio anticipatamente per l’attenzione
Irene
Staff dice
Buongiorno Irene, a nostro parere nel tuo caso è necessario svolgere lavorare sia per i centri che per le ASD tramite partita iva e quindi fatturando i servizi.
In quanto tutti i proventi percepiti per lo svolgimento dell’attività per la quale la partita iva è aperta, devono essere tutti fatturati e tassati secondo le normative del tuo regime fiscale.
Caso diverso sarebbe se la partita iva fosse aperta ad esempio per l’attività di geometra, in questo i compensi per l’attività di istruttore sportivo potrebbero essere percepiti con contratto di collaborazione, in quanto le due attività sono completamente diverse tra loro.
Cordiali saluti
MARIANO dice
E nel caso un istruttore sportivo (dipendente a tempo indeterminato presso terzi) che collabora con una ASD nel campo del ballo, decidesse di licenziarsi e aprire una nuova PI in regime forfettario sempre nel campo del ballo (ateco 85.52.01) la sua attività sarebbe riconosciuta come start up con le relative agevolazioni o mera prosecuzione di un’attività precedente?
Staff dice
Buonasera Mariano, a nostro avviso non potrebbe applicare la riduzione dell’imposta al 5% per i primi 5 anni.
E’ vero che la mera prosecuzione dell’attività non si applica se il rapporto di lavoro da dipendente è cessato, ma solamente quando è cessato per cause indipendenti dalla propria volontà.
cordiali saluti
Carlo dice
buongiorno, secondo voi quale dovrebbe essere il codice ateco più indicato per aprire la partita iva da libero professionista in regime forfettario come insegnante di difesa personale?
alcuni mi dicono 85.51.00 corsi sportivi e ricreativi (coefficiente redditività 78% ),
altri 93.19.99 altre attività sportive nca (coefficiente redditività 67%).
Staff dice
Gentilissimo Carlo, a nostro avviso il codice Ateco che più si avvicina alla sua attività è il 85.51.00 corsi sportivi e ricreativi
Cordiali saluti
Cristiano dice
Serve un contratto o una lettera di incarico tra SSD e istruttore con P. IVA ?
Staff dice
Buongiorno Cristiano,
a nostro avviso non è strettamente necessario, ma a tutela di entrambe le parti se ne consiglia la stipula.
Cordiali saluti
VIVIANA GIOVANNA dice
Buongiorno, sono un laureato in scienze motorie. Attualmente lavoro presso un’ associazione sportiva dilettantistica con ritenuta d’acconto.
Ora mi è stata proposta una collaborazione c/o una palestra come istruttore.
Devo aprire la partita IVA? codice ateco 51.51.00? ho 29 anni per cui entro nel regime forfettario e per i primi 5 anni pago una tassazione del 5%?
Ma se apro la P,IVA anche il lavoro c/o l’associazione sportiva dilettantistica la devo fatturare o posso tenere due partite aperte?
Con la P. Iva poi mi devo iscrivere all’ENPALS? se si quale è la tassazione?
Grazie mille per una cortese risposta
Staff dice
Buonasera, dal momento che inizierà ad esercitare l’attività in modo continuativo e professionale, sarà necessario aprire la partita iva.
Se si tratta della sua prima partita iva negli ultimi tre anni, potrai applicare l’aliquota al 5% per i primi 5 anni.
In teoria tutte le prestazioni svolte nell’ambito dell’attività per cui si è aperto partita iva, devono essere fatturate, pertanto rientreranno anche le prestazioni alle associazioni.
All’ENPALS devono iscriversi solamente determinate categorie di professionisti o istruttori, stabiliti per legge.
Per una consulenza più approfondita, la invitiamo a valutare il nostro servizio al seguente link:
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Cordiali saluti
NICOLA MARRAPODI dice
Buongiorno,
sono un danzatore professionista in possesso di partita iva col regime forfettario.
Da qualche anno, oltre all’attività di danzatore insegno regolarmente in scuole di danza private a.s.d.
Le mie domande sono queste:
– come devo essere pagato, devo far fattura o posso ricevere il compenso come rimborsi?
– se faccio fattura il datore di lavoro è tenuto a versarmi i contributi? in quale percentuale?
Grazie tante.
Nicola
Staff dice
Gentile Nicola,
considerato che l’attività di insegnante e di danzatore professionista non sono strettamente collegate, potresti ricevere compenso dalle a.s.d in forma di rimborso esente.
In questo caso se rispettati i limiti di 10.000€, non sarai sottoposto al pagamento dei contributi previdenziali.
Cordiali saluti
Vanessa dice
Buonasera sono un’insegnante di educazione fisica di ruolo, e con regolare autorizzazione del dirigente, nel pomeriggio collaboro come direttrice in una palestra “ASD”, faccio sia corsi di ginnastica, che attività organizzativa, sovrintendendo agli altri istruttori più giovani della palestra, e preparando i programmi e le schede corsi.
Sono sempre stata pagata con contratto sportivo (10000) finchè mi è stato posto il problema che in quanto dipendente pubblico non posso ricevere compensi da una ASD ma solo rimborsi… (non ho capito il motivo!).
Mi è stato dunque consigliato, per non avere problemi soprattutto con il MIUR, di aprire la partita IVA, quindi nel momento in cui avessi la partita IVA, da quel punto in poi potrei semplicemente fatturare quello che prima percepivo come contratto sportivo? Sia l’attività dei corsi che quella di direzione della palestra? Devo rifare il contratto? non più contratto sportivo, ma…?
grazie mille per una risposta
Vanessa P.
Staff dice
Buonasera Vanessa, partendo dal presupposto che se si è dipendenti pubblici, prima di aprire partita Iva è necessario richiedere autorizzazione al datore di lavoro.
Ovviamente poi aprendo partita Iva, dovrai fatturare le prestazioni svolte all’associazione.
Il contratto sarà quindi da modificare.
Cordiali saluti
f.dato dice
buongiorno, posso essere retribuito da professionista con PI se sono anche presidente della stessa ASD?
Staff dice
Buongiorno, non ci sono normative a contrasto, pertanto a nostro avviso è possibile.
Cordiali saluti
Luca dice
Buonasera siamo due istruttori di stand up paddle
qualche anno fa gestivamo una asd,ma siccome la nostra attività si svolge prevalentemente con una clientela di passaggio,le formule con tesseramenti associativi non erano( purtroppo) più idonee
per noi
Quando lavoriamo come istruttori presso terzi veniamo pagati con ritenuta d’acconto.
Se invece volessimo gestire della clientela per conto nostro cosa consigliate,calcolando che non supereremo ( facendo una stima approssimativa) i 10.000 euro annui?
Luca
Staff dice
Buonasera Luca, sicuramente possiamo consigliare di valutare l’apertura di una partita Iva nel regime forfettario.
Ovviamente poi sarà necessario una valutazione più approfondita in base alle caratteristiche della vostra attività.
Cordiali saluti
Elisabetta dice
Salve sono iscritta all’ufficio di collocamento spettacolo come attrice e ballerina. Ho una posizione Empals aperta e sono in possesso di p. Iva, fino al 2018 al regime dei minimi, da quest’anno a regime forfettario cod 900101 attività nel campo della recitazione. Ho sempre fatturato. Da quest’anno ho iniziato a insegnare tip tap in una Asd e per una associazione culturale. E non so proprio che fare. L’Asd mi ha proposto il contratto da collaboratore tecnico e quindi di pagarmi come rimborsi, ma dovrei chiudere la p.iva o possono coesistere visto che non sono la stessa cosa? Perchè per l’associazione culturale e per altri lavori dovrei invece fatturare.. ma per insegnare tip tap e mantenendo la p.iva dovrei aprirmi la gestione separata avendo un codice da insegnante? grazie Elisabetta
Staff dice
Buonasera Elisabetta,
la normativa per il regime forfettario specifica che, tale regime può essere mantenuto anche in concomitanza di lavoro da dipendente o assimilato (collaboratore) a patto che non vengano emesse fatture prevalentemente verso i datori di lavoro attuali o datori di lavoro dei due anni precedenti all’inizio dell’attività.
Pertanto a nostro avviso se verso l’ASD con cui si ha un contratto di collaborazione, non si emette anche fatture con la propria partita Iva, si potrà continuare ad applicare il regime forfettario.
Cordiali saluti
Rita dice
Salve, sono un’insegnante di danza con partita iva enpals e collaboro con due A.S.D. Sono anche laureata in lettere e quest’anno da Ottobre sto coprendo una maternità fino s giugno come insegnante di italiano in una scuola media, e continuo ad insegnare danza al pomeriggio con il consenso della dirigente; da giugno potrei avere diritto alla disoccupazione dalla scuola ma siccome ho la partita iva ciò non è possibile; per non perdere questa opportunità mi chiedevo: è possibile chiudere la partita iva e tornare a ricevere i compensi da collaboratore sportivo in articolo 67? Se si se chiudo a gennaio la partita iva la disoccupazione mi spetterebbe comunque? Grazie
Staff dice
Buongiorno Rita, l’indennità di disoccupazione viene interrotta in presenza di un reddito da lavoro autonomo (partita Iva), superiore ai 4.800€; oppure in presenza di un lavoro subordinato o assimilato, superiore agli 8.000€.
Di conseguenza la percezione della disoccupazione non è strettamente collegato alla chiusura della partita Iva.
Cordiali saluti.
Mari dice
Buonasera, sono istruttore sportivo con partita Iva da anni. Sto fondando un’asd assieme ad altre persone. Posso far parte del
Consiglio Direttivo (vice presidente-direttore tecnico) pur percependo la maggior parte del compenso (tutto regolarmente fatturato) per il mio lavoro nell’asd In questione? Si presuppone conflitto di interesse o non ci sono problemi?
Staff dice
Buonasera Marianna, non riscontriamo normativa che ostacola quanto prospettato, quindi a nostro avviso non ci sono problemi.
Cordiali saluti
Barbara dice
Salve
Lavoro presso una asd con contratto collaborazione come istruttrice e come dipendente presso terzi. Ad aprile mi è scaduto il contratto come dipendente. Posso ancora collaborare nell asd o il rapporto è vincolato da un lavoro da dipendente. Posso chiedere la disoccupazione? Grazie.
Staff dice
Buonasera Barbara,
a nostro avviso puoi tranquillamente continuare la collaborazione con l’Asd, in quanto non riteniamo sia vincolato ad un contratto di lavoro dipendente.
Cordiali saluti
Rossella dice
Buongiorno,
negli anni 2016 e 2017 ho percepito dei compensi sportivi dilettantistici per lo svolgimento dell’attività di istruttrice presso una ASD. Dal 2018 la ASD si è trasformata in una palestra S.R.L. e per poter collaborare ancora con loro ho aperto una partita iva in regime forfettario. Nel frattempo ho iniziato a collaborare, sempre con partita iva, come insegnante di ginnastica in una scuola.
Dovendo fare quest’anno la prima dichiarazione dei redditi della partita iva non riesco a capire se posso applicare o meno il 5% previsto per le nuove attività. L’aver percepito compensi sportivi dilettantistici (sempre sotto soglia) negli anni precedenti mi fa ricadere nella “prosecuzione di precedente attività”?
Staff dice
Buongiorno Rossella, per capire se si tratta di prosecuzione di attività, sarebbe necessario sapere se il rapporto di lavoro (prima della trasformazione in srl) era regolato o meno da un contratto di collaborazione.
In caso positivo, essendo stato di durata superiore alla metà del triennio precedente la data di apertura partita Iva, scatterebbe la prosecuzione di attività già svolta sotto altra veste.
In caso contrario, se si fosse trattato solamente di compensi occasionali, la mera prosecuzione non scatterebbe.
Cordiali saluti
Loredana Lavagno dice
Buongiorno, sino al 2018 e per parecchi anni addietro, ho svolto lavoro dipendente partime come impiegato e contemporaneamente ho percepito rimborsi/compensi da ASD in qualità di insegnante di danza contemporanea. Mi sono dimesso ed a partire dal 2019 svolgo solamente attività di insegnante di danza contemporanea con molte piu’ ASD rispetto a prima, vorrei regolarizzare la posizione aprendo partita iva, dovrei obbligatoriamente applicare il forfait al 15% considerando le mie attività pregresse di collaborazione come istruttore di ASD? Ringrazio e saluto.
Staff dice
Buonasera Loredana, l’aliquota al 15% è obbligatoria se i rapporti di collaborazione sono durati più della metà del triennio precedente, come riportato dalla Circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 10E del 2016.
Cordiali saluti
Roberto Arpi dice
Buon giorno,
mi chiamo Roberto e sono un dipendente a tempo indeterminato in un’azienda che opera nel comparto energetico. Da questa attività percepisco un CU che si aggira intorno ai 49.000 euro lordi l’anno.
Essendo in possesso dei requisiti per svolgere attività di istruttore fitness, mi è stata proposta una collaborazione occasionale in una palestra S.S.D. della mia città, con compensi lordi annui intorno ai 3.000 euro. Questo secondo reddito che percepirò, andrà dichiarato nel prossimo 730? E soprattutto, farà cumulo con il mio reddito da lavoro dipendente?
Dovrò firmare un contratto? E dall’S.S.D. percepirò uno specifico CU?
Vi ringrazio anticipatamente per la vostra gentile risposta.
Roberto
Staff dice
Buongiorno, se percepisci questi compensi come collaboratore sportivo inferiori al limite di 10.000€, non sarà necessario dichiararli perché esenti da imposta.
Cordiali saluti
Giorgio Rossi dice
Sono un allenatore di karate!da quest anno.vorrei licenziarmi dal mio lavoro e rimanere solo come allenatore….il.mio guadagno è di.circa 20000 annui!!mi.spiegate come mi pago i contributi??devo aprire p.iva?
Staff dice
Buonasera Giorgio, è necessario aprire la partita Iva ed i contributi dovrai versarli alla gestione separata INPS.
Cordiali saluti
Leonardo Cini dice
Salve, sono un istruttore di nuoto che da anni svolge la propria attività in diverse asd in regime di compensi sportivi dilettantistici, volendo aprire P.I. posso utilizzare il bonus dei tre anni del regime dei minimi o si tratterebbe di prosecuzione di attività?
Staff dice
Buonasera Leonardo, grazie per la gentile richiesta. Oggi si apre la partita Iva in regime forfettario e l’eventuale aliquota dell’imposta sostitutiva del 5% si applica per 5 anni.
Per poter rispondere alla seconda parte della tua domanda, andrebbe analizzata in dettaglio la tua situazione personale pregressa.
Se desideri puoi richiederci una consulenza tramite il servizio dedicato.
Cordiali saluti
Pietro Carcione dice
Sono presidente di una asd , e nella stessa istruttore di art marziali ,aprendo p.iva come istruttore ,posso fatturare i compensi ricevuti o ci sono i presupposti di conflitto di interesse ?!
Staff dice
Buonasera Pietro, puoi aprire una partita Iva in forfettario per svolgere l’attività di istruttore sportivo.
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Cordiali saluti
Roberto Mazzarda dice
Buongiorno,
Mi chiamo Roberto e sono maestro di karate e insegnante di attività ginniche.
Sono stato dipendende fino al 2017 ed ora vorrei aprire PIva a regime forfettario presso l’associazione di cui ero dipendente ma che poi ha dovuto licenziarmi per difficoltà.
Che cosa mi consigliate di aprire?
Staff dice
Buonasera Roberto, grazie per la tua gentile richiesta. Ti consigliamo senza ombra di dubbio di aprire la partita Iva in regime forfettario, visto le grandi facilitazioni che offre.
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