Dal 2025, i contribuenti in regime forfettario potranno beneficiare di una novità importante: i rimborsi spese analitici, sostenuti per incarichi professionali e addebitati al committente, non concorreranno più alla formazione del reddito imponibile. La modifica, introdotta dalla riforma fiscale approvata dal Consiglio dei Ministri, allinea finalmente il trattamento fiscale dei forfettari a quello dei contribuenti in regime ordinario. Vediamo insieme cosa cambia per l’esenzione rimborsi spese dal 2025
La riforma e i rimborsi spese esentasse
Con l’approvazione del nuovo Decreto Legislativo, che rivede le modalità di determinazione dei redditi IRPEF e IRES, l’articolo 54 del TUIR è stato aggiornato per includere il principio di esenzione dei rimborsi spese analitici. In particolare, la normativa prevede che:
- i rimborsi spese sostenuti dal professionista per l’esecuzione di un incarico, e analiticamente addebitati al committente, non faranno più parte del reddito imponibile
- le spese rimborsate non saranno deducibili dal reddito, in linea con il principio di neutralità fiscale
Questa modifica elimina una disparità storica tra il regime forfettario e quello ordinario, garantendo ai forfettari lo stesso vantaggio fiscale dei professionisti in regime ordinario.
Vantaggi per i forfettari
In passato, i rimborsi spese ricevuti dai professionisti in regime forfettario erano inclusi nel calcolo del reddito imponibile, a differenza di quanto avveniva per i professionisti in regime ordinario che potevano dedurre tali spese. Questa nuova regolamentazione offre diversi vantaggi:
- i professionisti forfettari non saranno più tassati sulle somme anticipate per conto dei clienti, come spese di viaggio, vitto, alloggio o materiali utilizzati per l’incarico
- il trattamento uniforme dei rimborsi spese elimina una penalizzazione storica nei confronti dei forfettari
- i rimborsi esentasse riducono le complicazioni legate al calcolo del reddito imponibile
Applicazione del principio di cassa e nuovi criteri di imputazione temporale
La riforma conferma il principio di cassa per i professionisti, secondo cui redditi e costi sono rilevanti solo quando effettivamente percepiti o sostenuti. Tuttavia, introduce anche una novità importante nei criteri di imputazione temporale dei compensi: i compensi percepiti nel periodo d’imposta successivo a quello in cui sono stati corrisposti dal committente (ad esempio, bonifici con data valuta differita) saranno attribuiti al periodo d’imposta in cui il committente è obbligato a effettuare la ritenuta d’acconto.
Questo nuovo criterio risolve le incongruenze che potevano sorgere in caso di ritardi tecnici nei pagamenti.
Impatti sulla gestione fiscale dei professionisti
Per i professionisti in regime forfettario, la nuova normativa rappresenta un’opportunità di risparmio fiscale e semplificazione nella gestione contabile. Tuttavia, è fondamentale comprendere i limiti della deducibilità delle spese non rimborsate. Le spese sostenute ma non rimborsate dal committente potranno essere dedotte solo in situazioni specifiche, come insolvenza del committente o prescrizione del credito.
Conclusioni
Dal 2025, la gestione fiscale per i contribuenti forfettari sarà significativamente migliorata grazie all’esenzione dei rimborsi spese dal reddito imponibile. Questa novità, unita agli altri aggiornamenti introdotti dalla riforma fiscale, rende il regime forfettario ancora più competitivo e accessibile per i professionisti. Se hai dubbi o vuoi approfondire come questa riforma può influire sulla tua attività, ti invitiamo a contattare un esperto fiscale per una consulenza personalizzata.