Il disegno di legge di Bilancio 2025, che ha recentemente avviato l’iter parlamentare, propone importanti novità in materia di detrazioni fiscali per i familiari a carico. Tra le modifiche più discusse figura l’introduzione di limiti che colpiscono specificamente i cittadini extracomunitari. L’articolo 2, comma 10, lettera b, del ddl prevede infatti l’aggiunta di un comma all’articolo 12 del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi), scatenando preoccupazioni e dibattiti.
DDL Bilancio 2025: modifiche all’articolo 12 del TUIR
Il cuore della modifica è il nuovo comma 2-bis dell’articolo 12 del TUIR. Questo stabilisce che i cittadini extracomunitari non potranno beneficiare delle detrazioni per i familiari a carico se questi ultimi risiedono all’estero. Tale restrizione si applica ai contribuenti che non sono cittadini italiani, di uno Stato membro dell’Unione Europea (UE) o di un Paese aderente all’Accordo sullo Spazio Economico Europeo (SEE).
L’obiettivo dichiarato del legislatore è limitare l’accesso a queste agevolazioni fiscali, riservandole alle famiglie italiane e comunitarie con legami diretti e permanenti con il sistema economico italiano.
La normativa attuale e le nuove restrizioni
Attualmente, l’articolo 12 del TUIR garantisce le detrazioni per i familiari a carico ai contribuenti residenti in Italia, indipendentemente dalla loro cittadinanza, purché il nucleo familiare soddisfi i criteri previsti. Tuttavia, le detrazioni sono già escluse per i non residenti, in conformità con l’articolo 24, comma 3, del TUIR, che limita i benefici fiscali alla capacità contributiva parziale di chi produce reddito solo in Italia.
La novità introdotta dal ddl Bilancio 2025 si applica solo ai cittadini extracomunitari, specificando che le detrazioni non spettano se i familiari non risiedono stabilmente in Italia.
Chi è interessato dalla modifica
Le nuove disposizioni riguardano esclusivamente i contribuenti extra-UE/SEE con familiari a carico residenti all’estero. Ad esempio, un cittadino britannico, svizzero o moldavo, pur fiscalmente residente in Italia, non potrà più ottenere le detrazioni se i familiari risiedono fuori dal territorio italiano. Tuttavia, se i familiari vivono in Italia, il diritto alle detrazioni rimane.
Al contrario, i cittadini europei e quelli provenienti da Paesi dello Spazio Economico Europeo, come Norvegia, Islanda e Liechtenstein, continueranno a beneficiare delle detrazioni. Anche chi ha la doppia cittadinanza italiana e straniera manterrà questo diritto. Un’eccezione rilevante riguarda i cosiddetti “non residenti Schumacker”: quei contribuenti stranieri che producono almeno il 75% del proprio reddito in Italia. Nonostante non siano residenti, la loro capacità contributiva è equiparata a quella dei residenti, garantendo l’accesso alle detrazioni.
Rischi di contenzioso e implicazioni legali
La nuova misura ha già suscitato dubbi sulla sua compatibilità con le convenzioni internazionali contro le doppie imposizioni, in particolare per il principio di non discriminazione previsto dall’articolo 24 del modello OCSE. Questo principio vieta trattamenti fiscali differenziati basati sulla nazionalità, ma la norma proposta si basa proprio su questo criterio, sollevando potenziali problematiche di equità e possibili contenziosi.
Le convenzioni fiscali sottoscritte dall’Italia garantiscono ai cittadini stranieri un trattamento paritario rispetto ai cittadini italiani. Di conseguenza, l’esclusione delle detrazioni per i cittadini extracomunitari potrebbe portare a ricorsi legali sia in Italia che in sede europea, appellandosi ai principi di non discriminazione sanciti dai Trattati e dal diritto dell’UE.
La giurisprudenza europea e possibili eccezioni
La Corte di Giustizia dell’UE ha in passato giustificato trattamenti fiscali differenziati tra residenti e non residenti. Tuttavia, discriminazioni basate esclusivamente sulla cittadinanza sono soggette a maggiore scrutinio. Alcuni trattati, come quelli con Australia e Nuova Zelanda, prevedono limitazioni fiscali basate sulla reciprocità, che potrebbero meglio adattarsi alle nuove disposizioni.
Conclusioni
Le modifiche previste dal ddl Bilancio 2025 potrebbero avere un impatto significativo sulle famiglie extracomunitarie e sollevare nuove questioni legali. L’iter parlamentare sarà determinante per comprendere se le proposte verranno mantenute o se saranno introdotte correzioni. Resta alta l’attenzione dei professionisti e delle associazioni di categoria, pronti a intervenire per tutelare i diritti dei contribuenti e garantire un trattamento fiscale equo e non discriminatorio.
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