Una delle professioni emergenti è quella del consulente informatico che appassiona in modo particolare i giovani, soprattutto se si tratta di uomini.
L’articolo di oggi tratta i temi principali che un buon commercialista per consulente informatico deve indicarti soprattutto se intendi iniziare questa attività.
Oggi fare il professionista nel nostro paese, con un quadro normativo come il nostro, permette di svolgere il proprio lavoro senza obbligo di iscrizione in Camera di Commercio.
Questo aspetto comporta dei vantaggi soprattutto se vediamo la questione da un punto di vista previdenziale, perché c’è la possibilità di usufruire della Gestione separata INPS.
Il vantaggio fondamentale che ne deriva è che i contributi vengono versati in proporzione a quanto effettivamente guadagnato e non in misura fissa minima.
Artigiani e commercianti, al contrario, non hanno questa possibilità essendo soggetti a dei minimi da versare.
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Chi è il consulente informatico
Il consulente informatico generalmente svolge le attività più disparate in ambito informatico, dalla configurazione di reti alla realizzazione di siti Internet.
A causa della grande varietà di mansioni che un consulente informatico può trovarsi a svolgere, si deve prestare attenzione perché il confine che delimita la sua attività è assai sottile.
Intendiamo dire che in certi casi potrebbero sussistere i presupposti perché ci sia un inquadramento assimilabile ad un artigiano.
Noi preferiamo considerarlo un professionista a tutti gli effetti, perché prevale sempre il capitale umano, ovvero le proprie competenze.
Commercialista per consulente informatico
Abbiamo definito la figura del consulente informatico consapevoli del fatto che le mansioni possibili abbracciano veramente un ampia gamma di possibilità.
Prestiamo solo attenzione a non sconfinare in attività dove il capitale umano sia non prevalente rispetto al capitale inteso come mezzi e denaro necessari per lo svolgimento dell’attività.
Non ci resta che affrontare gli aspetti legati alla parte fiscale dell’attività con inquadramento come professionista.
Coma aprire la partita Iva, scelta del codice Ateco, il regime fiscale adatto per cominciare l’attività, un esempio di calcolo delle tasse da versare ed infine la possibilità di risparmiare per la tenuta contabile e fiscale grazie al nostro innovativo servizio online.
Prendere la partita come consulente informatico
Per avviare la propria attività come consulente informatico è necessario aprire la partita Iva ed effettuare l’iscrizione alla gestione separata dell’INPS, con contribuzione proporzionale al reddito. Nel periodo d’imposta 2018 è pari al 25,72%.
Il codice ATECO adatto allo svolgimento di questa attività è il 62.02.00, che corrisponde a Consulenza nel settore delle tecnologie dell’informatica.
Si ricorda che parzialmente l’INPS gestione separata è a carico del committente in quanto la norma obbliga il consulente, al momento di emissione della fattura, all’applicazione della rivalsa contributi pari al 4%.
Il consulente informatico con il regime forfettario
Come abbiamo anticipato, in Italia è possibile adottare un regime agevolato, il regime forfettario, che ti permette di iniziare questa attività senza un carico fiscale troppo elevato.
Se vuoi approfondire cos’è il regime forfettario, sul nostro blog trovi molti articoli dove ti spieghiamo tutto sul regime forfettario.
Ad esempio:
Guida al regime forfettario
Limite volume d’affari regime forfettario
Aprire partita Iva nel regime forfettario.
In questa sede ci limitiamo a farti capire quante tasse deve pagare il consulente informatico che adotta il regime forfettario.
La cosa fondamentale da sapere è che se non percepisci redditi lordi superiori a 65.000 € nell’anno puoi adottare il regime forfettario.
Se inizi adesso l’attività pagherai un’imposta sostitutiva pari al 5% su una base imponibile calcolata in modo forfettario ossia pari al 67% dei ricavi.
Facciamo un esempio
Ipotizziamo che un consulente informatico consegua ricavi nel corso del 2018 pari a 20.000 € e adotti il regime forfettario.
In questo caso la base imponibile su cui calcolare sia l’imposta sostitutiva sia i contributi INPS è pari:
al 67% di 20.000 € = 13.400 €
L’imposta sostitutiva sarà pari a:
il 5% di 13.400 € = 670€
I contributi INPS della gestione separata sono pari a:
il 25,72% di 13.400 € = 3.446,48 €
Grazie al principio della rivalsa, il 4% di 20.000 € ossia 800 €, sarà imputato per rivalsa al committente.
Versamenti gestione separata INPS
Le scadenze per i versamenti della gestione separata INPS sono gli stessi delle imposte sui redditi.
Anche le modalità di versamento sono le stesse con calcolo dell’acconto e del saldo.
Per completare l’esempio di prima consideriamo il 2018 come primo anno di attività.
Il saldo relativo all’anno 2018 che verrà versato nel Giugno 2019, sarà pari a 670 € di imposta sostitutiva e 3.446,48 € di INPS.
Nel corso del 2019 bisognerà versare anche gli acconti per l’anno successivo.
Gli acconti 2019 per l’imposta sostitutiva sono pari al 100% del saldo 2018.
Il versamento è effettuato in due rate, la prima a Giugno del 40%, la seconda a novembre del 60%.
Gli acconti 2019 della Gestione Separata INPS sono pari all’80% del saldo 2018.
Il versamento è effettuato in due rate uguali del 40%, la prima a Giugno e la seconda a Novembre.
Entrambi gli acconti saranno poi sottratti dal saldo delle imposte e dei contributi maturati sui redditi del 2019.
Completiamo di seguito il nostro esempio con il calcolo degli acconti:
Giugno 2019:
1°acconto imposta sostitutiva: 40% di 670 € = 268 €
1°acconto gestione separata INPS: 40 % di 3.446,48 € = 1.378,59 €
Novembre 2019:
2°acconto imposta sostitutiva: 60% di 670 € = 402 €
2°acconto gestione separata INPS: 40% di 3.446,48 = 1.378,59 €
Un saluto – Team regimeminimi.com
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Marcello Mazzilli dice
Scusate.. Non so se è un errore o cosa.. ma vedo che si calcolano i contributi sull’imponibile. Non vanno calcolati sul fatturato? Come si fanno a calcolare sull’imponibile (che si conosce a fine anno) se il professionista deve inserirli in fattura al momento della fattura. Correttamente la rivalsa si calcola sul fatturato infatti. Potrei avere chiarimenti. grazie
Staff dice
Buonasera Marcello, l’errore è calcolarli sul fatturato, se hai letto una cosa diversa da quanto abbiamo scritto è sbagliato!
Gli iscritti alla Gestione separata INPS versano i contributi in sede di dichiarazione dei redditi.
I contributi si calcolano sull’imponibile, quindi sul totale del fatturato moltiplicato per il coefficiente di redditività.
In fattura deve essere inserita solamente la rivalsa INPS del 4%, che si determina sull’imponibile della fattura.
Cordiali saluti