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L’argomento di oggi, riguarda un aspetto importante soprattutto quando la propria attività è il commercio elettronico.
Ricordiamo che, il commercio elettronico denominato anche e-commerce, è una forma di commercio che si svolge online, tramite un sito web.
Per quanto riguarda l’aspetto fiscale della attività, è importante conoscere a fondo le modalità per la certificazione dei corrispettivi ecommerce.
In particolare, analizziamo gli aspetti che riguardano il B2C, dove le transazioni commerciali, si verificano tra rivenditore e consumatore.
Il decreto legislativo 42/2015, stabilisce che non esiste l’obbligo di fattura nel commercio B2C (Business to consumer).
Significa che l’emissione della fattura, è necessaria solo quando viene richiesta dal cliente.
Per il commercio B2B, Business to Business, l’emissione della fattura segue le regole ordinarie.
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E-commerce diretto
Quando si parla di e-commerce diretto, ci si riferisce a vendite nelle quali sia la transazione che la consegna avvengono online.
L’acquisto si riferisce quindi ad un bene virtuale, ossia che non necessita di alcun supporto fisico.
La presa di possesso, avviene tramite download, quindi direttamente online tramite un sito web.
Esempio: un software, libri digitali, musica in formato mp3 , film ed altri.
Maggiori approfondimenti puoi trovarli in commercio elettronico diretto e-commerce diretto.
Le operazioni di commercio elettronico diretto nei confronti di consumatori privati, B2C non sono soggette nè all’obbligo dell’emissione della fattura nè della ricevuta fiscale.
L’obbligo sussiste sono nei casi in cui la fattura venga richiesta dal cliente come previsto dal DPR n. 633/1972.
Devono però essere annotati, in un apposito registro i corrispettivi giornalieri delle vendite, comprensivi dell’Iva entro il giorno non festivo successivo a quello di effettuazione dell’operazione e con riferimento al giorno di effettuazione.
La certificazione diventa obbligatoria nei casi in cui l’operazione avviene con soggetti passivi e la fattura deve essere numerata e progressiva.
E-commerce indiretto
Nel caso di e-commerce indiretto, ci si riferisce a transazioni dove la vendita avviene online, ma la consegna avviene secondo le modalità tradizionali.
In questo caso, la consegna fisica del bene in oggetto, viene effettuata tramite ritiro diretto o consegna tramite posta o corriere.
Se vuoi approfondire, leggi commercio elettronico indiretto e-commerce indiretto.
Esempio: generi abbigliamento, computer, elettrodomestici, smartphone ed altri.
Anche nel caso di commercio elettronico indiretto, le operazioni nei confronti di consumatori privati, B2C non sono soggette nè all’obbligo dell’emissione della fattura nè alla certificazione dei corrispettivi tramite ricevuta fiscale secondo la risoluzione n. 274/E/2009 dell’A.d.E.
L’obbligo sussiste sono nei casi in cui la fattura venga richiesta dal cliente come previsto dal DPR n. 633/1972.
Come abbiamo visto per l’e-commerce diretto, devono essere annotati nell’apposito registro, i corrispettivi giornalieri delle vendite, comprensivi dell’Iva entro il giorno non festivo successivo a quello di effettuazione dell’operazione e con riferimento al giorno di effettuazione.
La certificazione, tramite fattura o ricevuta fiscale, diventa obbligatoria nei casi in cui l’operazione avviene con soggetti passivi e la fattura deve essere numerata e progressiva.
Il registro dei corrispettivi
La tenuta di un registro dei corrispettivi è da considerarsi obbligatoria.
Il registro dei corrispettivi può essere acquistato anche in edicola e il suo utilizzo è veramente molto semplice ed intuitivo.
La registrazione delle operazioni, deve seguire alcune semplicissime regole per una corretta compilazione.
Sulla copertina scrivi i dati dell’attività, il codice fiscale, la partita Iva, l’indirizzo e numera le pagine in modo progressivo.
Al suo interno, dovrà essere inserito il totale delle vendite giornaliere comprensivo di Iva.
La registrazione, come già detto, deve avvenire entro il giorno successivo non festivo rispetto a quello di effettuazione dell’operazione.
Maggiori informazioni, potrai eventualmente chiederle al nostro consulente fiscale che ti seguirà quotidianamente nella gestione contabile della tua attività.
Il regime agevolato per un e-commerce
Il commercio elettronico è una attività in continua crescita, spesso chi inizia lo affianca ad un lavoro dipendente o ad un altra attività.
In questi casi, fortunatamente esistono i regimi agevolati che consentono a nostro avviso un ottima opportunità per lo start-up.
Se decidi di aprire un e-commerce, forse non sai che per avviare l’attività, puoi scegliere un regime agevolato chiamato regime forfettario.
Soprattutto all’inizio, può risultare molto vantaggioso perché ti consente di risparmiare in modo significativo sulle tasse.
L’aliquota, se possiedi i requisiti, è pari al 5% per i primi 5 anni ed il limite di fatturato è pari a 50.000 euro per le attività di vendita all’ingrosso e al dettaglio.
Per altre attività, il limite di fatturato cambia, guarda la tabella seguente per farti un’idea e se desideri maggiori informazioni, contattaci.
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