L’agevolazione fiscale per l’acquisto della prima casa rappresenta un incentivo significativo per chi intende acquistare un immobile a uso abitativo. Tuttavia, per accedere ai benefici previsti, è essenziale rispettare specifici requisiti, tra cui la corretta determinazione della superficie utile dell’immobile.
Superficie utile: definizione e nuovi criteri di calcolo
La superficie utile di un’abitazione è quella destinata alla funzione abitativa. In passato, nel calcolo di questa superficie venivano esclusi alcuni elementi strutturali, come i muri interni e perimetrali. Tuttavia, recenti chiarimenti normativi e giurisprudenziali hanno confermato che anche i muri perimetrali e divisori concorrono alla determinazione della superficie utile.
Secondo l’orientamento della Corte di Cassazione, la superficie utile deve essere valutata sulla base della sua effettiva utilizzabilità, indipendentemente dall’abitabilità dichiarata. Di conseguenza, nel computo devono essere inclusi muri portanti, divisori interni, soglie di passaggio, nicchie, sguinci di porte e finestre, mentre sono esclusi balconi, terrazze, cantine, soffitte, scale e posti auto.
Implicazioni fiscali dell’inclusione dei muri nel calcolo della superficie
L’estensione del concetto di superficie utile può influenzare l’accesso alle agevolazioni fiscali per la prima casa. In particolare, l’agevolazione non spetta per immobili la cui superficie utile supera i 240 metri quadrati. Se, includendo le murature, l’immobile eccede questa soglia, viene automaticamente classificato come abitazione di lusso, con conseguente perdita delle agevolazioni fiscali.
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 19186/2019, ha ribadito che il riferimento normativo per la determinazione della superficie utile è l’art. 6 del D.M. Lavori Pubblici 2 agosto 1969, n. 1072, secondo cui deve essere considerata la potenzialità abitativa degli ambienti e non solo la loro effettiva abitabilità.
Evoluzione normativa dal 2014: nuovi parametri per le agevolazioni
Fino al 1° gennaio 2014, il calcolo della superficie utile seguiva i criteri stabiliti dal D.M. 2 agosto 1969. Tuttavia, con l’entrata in vigore dell’articolo 10 del D.Lgs. 23/2011, modificato dall’articolo 26 del D.L. 104/2013, sono stati ridefiniti i criteri di accesso alle agevolazioni.
Dal 2014, il diritto alle agevolazioni prima casa dipende dalla categoria catastale dell’immobile (A/2 – A/7), anziché dalle caratteristiche stabilite dal decreto ministeriale del 1969. Tuttavia, per gli acquisti soggetti a IVA, continuano a essere validi i parametri del D.M. 2 agosto 1969 per la determinazione della superficie utile.
Come assicurarsi di rispettare i requisiti?
Per evitare problematiche fiscali e garantire l’accesso alle agevolazioni prima casa, è consigliabile adottare alcune precauzioni:
- affidarsi a una perizia tecnica, un geometra, architetto o ingegnere può effettuare una valutazione precisa della superficie utile, tenendo conto delle nuove disposizioni
- consultare un esperto fiscale o un notaio, la normativa può subire variazioni, quindi è utile rivolgersi a professionisti per una verifica preventiva
- esaminare attentamente la planimetria catastale, verificare che la superficie dichiarata corrisponda a quella effettivamente rilevata aiuta a evitare contestazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Conclusione
L’agevolazione prima casa rappresenta un’opportunità importante per chi acquista un’abitazione principale, ma l’inclusione dei muri nel calcolo della superficie utile può influenzarne l’accesso. Pertanto, è fondamentale eseguire un’analisi dettagliata prima dell’acquisto per evitare il rischio di perdita del beneficio fiscale. Rivolgersi a professionisti del settore consente di garantire una corretta applicazione della normativa ed evitare problematiche future.