Il Fisco ha avviato l’invio di circa 2 milioni di lettere ai contribuenti che non hanno aderito al concordato preventivo biennale (CPB) entro il termine del 31 ottobre 2024. Tuttavia, grazie alle disposizioni introdotte con il Decreto Omnibus, è possibile aderire tardivamente fino al 12 dicembre 2024, a precise condizioni. Questo rappresenta un’opportunità per regolarizzare la propria posizione fiscale ed evitare conseguenze più gravose.
Perché aderire al CPB? I vantaggi previsti
Il CPB è stato concepito come uno strumento per favorire la compliance fiscale, offrendo vantaggi concreti a chi sceglie di regolarizzare eventuali incongruenze nei redditi dichiarati. Tra i benefici principali per chi aderisce troviamo:
- accesso ai vantaggi premiali previsti per i soggetti ISA
- applicazione di aliquote ridotte su un’imposta sostitutiva calcolata sul maggior reddito concordato
- sanatoria dei redditi relativi agli anni d’imposta dal 2018 al 2022
L’adesione al concordato preventivo biennale permette ai contribuenti di chiudere in modo agevolato situazioni potenzialmente irregolari, garantendo maggiore serenità nei rapporti con il Fisco.
La strategia del Fisco: lettere per incentivare l’adesione
Le lettere inviate dall’Agenzia delle Entrate sono rivolte principalmente alle partite iva che non hanno ancora aderito al CPB. L’obiettivo è sensibilizzare i contribuenti sull’opportunità offerta dalla finestra prorogata fino al 12 dicembre. Secondo i dati ufficiali, circa 2 milioni di partite iva non hanno ancora colto questa occasione.
Il tono delle comunicazioni è diretto e persuasivo, con un invito chiaro a considerare i benefici dell’adesione. È importante sottolineare che questa possibilità è riservata a chi ha presentato la dichiarazione dei redditi entro il 31 ottobre 2024.
Nuovo regime sanzionatorio per i non aderenti
Il Decreto Omnibus, oltre a promuovere l’adesione al CPB, ha introdotto un regime sanzionatorio più severo per chi decide di non aderire. In particolare le soglie per l’applicazione delle sanzioni accessorie sono state dimezzate. La soglia di 50.000 euro scende a 25.000 euro mentre la soglia di 100.000 euro è ridotta a 50.000 euro.
Queste disposizioni si applicano anche ai contribuenti che non hanno utilizzato il ravvedimento operoso per i periodi d’imposta 2018-2022. Inoltre, le sanzioni accessorie potranno essere applicate per un periodo compreso tra tre e sei mesi, con la possibilità di estensione fino a dodici mesi nei casi più gravi.
Conclusione
L’invio delle lettere del Fisco rappresenta un chiaro segnale dell’intenzione di rafforzare i controlli e incentivare l’adesione al CPB. Se hai dubbi o necessiti di assistenza, contatta un professionista per evitare sanzioni e mettere in sicurezza la tua posizione con il Fisco. L’adesione tardiva può essere una soluzione efficace per regolarizzare la situazione e beneficiare di condizioni agevolate.