Il ddl Lavoro, approvato dalla Camera il 9 ottobre 2024 e ora in discussione presso la Commissione del Senato, introduce un’importante novità normativa in tema di lavoro stagionale. Grazie a una norma di interpretazione autentica dell’art. 21, comma 2, del D.Lgs. 81/2015, viene ampliata la definizione di attività stagionali, offrendo maggiore flessibilità alle imprese e chiarendo ambiti di applicazione finora incerti.
Cosa cambia per il lavoro stagionale
L’art. 11 del ddl ridefinisce il concetto di stagionalità, includendo non solo le attività elencate nel DPR 1525/63, ma anche quelle legate a:
- intensificazioni temporanee della domanda lavorativa
- esigenze tecnico-produttive.
- cicli stagionali dei mercati o dei settori
Questa nuova definizione si applica alle attività regolamentate dai contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL), anche a quelli già in vigore.
Esenzione dallo “stop and go”
Uno degli aspetti più significativi della riforma riguarda l’esenzione dall’obbligo del cosiddetto “stop and go”, ovvero il periodo di pausa obbligatorio (10 o 20 giorni) tra due contratti a termine consecutivi. Le imprese potranno così:
- riassumere più rapidamente il personale stagionale
- gestire i picchi produttivi con maggiore libertà, senza limiti temporali tra contratti successivi
- retroattività della norma
Essendo una norma di interpretazione autentica, l’art. 11 avrà carattere retroattivo, applicandosi anche ai contratti collettivi firmati prima della sua entrata in vigore. Questo significa che le imprese potranno beneficiare delle nuove regole non solo per i contratti futuri, ma anche per periodi lavorativi già conclusi.
Dubbi di costituzionalità
Tuttavia, la retroattività ha sollevato alcune perplessità, soprattutto in relazione alla giurisprudenza della Corte Costituzionale, che distingue tra:
- norme di interpretazione autentica effettivamente retroattive e coerenti con la formulazione originale della legge
- nuove norme retroattive che introducono significati non ricavabili dalla formulazione precedente, rischiando di essere considerate un uso distorto della funzione legislativa.
La relazione illustrativa del Senato suggerisce cautela nella valutazione dell’effettiva natura interpretativa dell’art. 11, sottolineando la necessità di evitare conflitti con il principio di certezza del diritto.
Quali sono gli impatti?
L’approvazione del ddl Lavoro potrebbe avere importanti ricadute sia per le imprese che per i lavoratori:
- per le imprese, maggiore flessibilità nella gestione del personale, riduzione dei vincoli burocratici e possibilità di applicare le nuove regole anche ai contratti precedenti
- per i lavoratori, più opportunità di riassunzione nei settori stagionali, con il potenziale rischio di minori tutele per chi lavora con contratti a termine
Conclusioni
La nuova interpretazione del lavoro stagionale contenuta nel ddl Lavoro rappresenta un passo avanti verso una regolamentazione più flessibile, ma apre il dibattito sull’equilibrio tra esigenze produttive e tutele dei lavoratori.