Il Modello 770/2024, obbligatorio per i sostituti d’imposta, doveva essere inviato telematicamente entro il 31 ottobre. Tuttavia, non è raro che emergano errori o omissioni dopo questa scadenza. In questi casi, è possibile ricorrere alla dichiarazione integrativa per rettificare le informazioni fornite in precedenza. Vediamo nel dettaglio come funziona e quali sono le regole per procedere correttamente.
Presentazione del Modello 770/2024
Il Modello 770 è uno strumento essenziale per comunicare all’Agenzia delle Entrate i dati relativi alle ritenute operate sui redditi da lavoro dipendente, autonomo, provvigioni, redditi diversi e altre informazioni fiscali. Secondo l’art. 4, comma 4-bis, del D.P.R. 22 luglio 1998, n. 322, la trasmissione deve avvenire esclusivamente in modalità telematica attraverso:
- il sostituto d’imposta direttamente
- un intermediario abilitato, come un commercialista o un consulente fiscale
- soggetti incaricati, per le amministrazioni pubbliche
- società del gruppo, se applicabile
Dichiarazione correttiva nei termini
Se ci si accorge di un errore prima della scadenza del 31 ottobre, è possibile presentare una dichiarazione correttiva nei termini. Questa operazione richiede la compilazione di un nuovo Modello 770, completo di tutte le sue parti, e l’indicazione della casella “Correttiva nei termini”. In questo modo, la nuova dichiarazione sostituisce integralmente quella precedente, senza sanzioni aggiuntive.
Dichiarazione integrativa dopo il 31 Ottobre
Se l’errore viene rilevato dopo la scadenza, è necessario presentare una dichiarazione integrativa. Secondo le istruzioni ufficiali, questa dichiarazione deve essere completa e compilata utilizzando un modello conforme, con la casella “Dichiarazione integrativa” barrata.
È essenziale che la dichiarazione originaria sia stata validamente presentata. Anche le dichiarazioni trasmesse entro 90 giorni dalla scadenza sono considerate valide, sebbene siano soggette a sanzioni. La dichiarazione integrativa può essere presentata nei seguenti casi:
- correzione di errori che comportano un maggior debito d’imposta. In questo caso, l’integrativa deve essere presentata entro il 31 dicembre del quinto anno successivo alla dichiarazione originaria. Le sanzioni sono applicabili, ma è possibile ridurle con il ravvedimento operoso.
- errori che comportano un minor debito o un maggior credito. In questo scenario, il credito risultante può essere utilizzato in compensazione secondo il D.Lgs. n. 241/1997. Il credito deve essere dichiarato nella dichiarazione del periodo d’imposta in cui si presenta l’integrativa, specificando anche eventuali compensazioni già effettuate.
Compilazione Corretta: Il Protocollo della Dichiarazione
Un aspetto cruciale della dichiarazione integrativa è l’indicazione del numero di protocollo della dichiarazione da correggere o integrare. La nuova dichiarazione sostituisce interamente quella precedente, identificata proprio attraverso questo numero di protocollo.
Sanzioni e ravvedimento operoso
Il ravvedimento operoso permette di ridurre le sanzioni per chi presenta una dichiarazione integrativa:
- entro 90 giorni dalla scadenza, la sanzione è ridotta a 1/9 del minimo
- oltre 90 giorni e fino a un anno, la sanzione è ridotta a 1/8 del minimo
- oltre un anno, la sanzione aumenta a 1/7 del minimo
È importante tenere presente che la nuova dichiarazione deve essere accurata e conforme per evitare problemi futuri.
Conclusioni
La possibilità di presentare una dichiarazione integrativa è un’opportunità preziosa per correggere eventuali errori, ma è necessario rispettare le regole stabilite dall’Agenzia delle Entrate. Il supporto di un commercialista o di un esperto fiscale può essere determinante per garantire che la correzione venga effettuata correttamente e per minimizzare i rischi di sanzioni.
In conclusione, una gestione attenta e tempestiva delle dichiarazioni fiscali è fondamentale per mantenere la propria posizione fiscale in regola, sfruttando al meglio le opportunità di rettifica previste dalla normativa.
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