L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato la Circolare n. 20/2024, introducendo importanti novità sulla residenza fiscale delle persone fisiche. Queste modifiche rientrano nell’attuazione del decreto legislativo 27 dicembre 2023, n. 209, che ha dato seguito alla riforma fiscale prevista dalla legge 9 agosto 2023, n. 111. La revisione si allinea con le migliori prassi internazionali, rispondendo alla crescente necessità di chiarezza in un contesto economico sempre più globalizzato.
Nuova definizione di domicilio fiscale
Una delle principali novità riguarda il concetto di domicilio fiscale. La nuova normativa non si basa più esclusivamente sul codice civile, ma pone maggiore enfasi sulle relazioni personali e familiari piuttosto che su quelle economiche. Questo approccio mira a evitare ambiguità e a riflettere la realtà delle persone che vivono e lavorano in contesti internazionali.
A partire dal 2024, la presenza fisica in Italia per la maggior parte dell’anno (183 giorni, o 184 in caso di anno bisestile), incluse le frazioni di giorno, è sufficiente a stabilire la residenza fiscale. Ciò significa che chi lavora in smart working dall’Italia, anche senza un domicilio o una residenza anagrafica formale, sarà considerato fiscalmente residente.
Iscrizione anagrafica: presunzione relativa
Un altro cambiamento significativo riguarda l’iscrizione all’anagrafe della popolazione residente. Non è più considerata una presunzione assoluta di residenza fiscale, ma una presunzione relativa. In pratica, un soggetto può fornire prove contrarie per dimostrare che non ha la residenza fiscale in Italia, anche se è iscritto all’anagrafe.
I criteri per la residenza fiscale prima e dopo la riforma
Prima della riforma una persona era considerata residente se iscritta nelle anagrafi della popolazione residente o se aveva domicilio o residenza in Italia ai sensi del codice civile.
Dopo la riforma si considera residente chi è presente in Italia per la maggior parte dell’anno, ha la residenza o il domicilio nel Paese, o è iscritto all’anagrafe (salvo prova contraria).
La Circolare n. 20/2024 fornisce esempi pratici per aiutare i contribuenti a comprendere le nuove regole. Si considerano fiscalmente residenti in Italia coloro che, per la maggior parte del periodo d’imposta:
- hanno la residenza in Italia secondo il codice civile
- hanno il domicilio in Italia, considerando soprattutto le relazioni personali e familiari
- sono fisicamente presenti sul territorio italiano, incluse le frazioni di giorno
- sono iscritti nell’anagrafe della popolazione residente, a meno che non possano dimostrare diversamente
Questa riforma ha un impatto diretto su lavoratori agili, espatriati e individui con legami personali o economici in più Paesi. Le persone che trascorrono più di 183 giorni in Italia, anche in modalità di lavoro remoto, devono fare attenzione a queste nuove disposizioni per evitare la doppia imposizione fiscale.
Pubblicazione della circolare in inglese
Per la prima volta, l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato la Circolare anche in lingua inglese, sottolineando l’importanza di queste novità per un pubblico internazionale. La versione inglese è rivolta a contribuenti stranieri e a coloro che operano in un contesto internazionale, fornendo una guida chiara e accessibile.
Conclusioni
Le modifiche introdotte con la Circolare n. 20/2024 rappresentano un passo avanti verso una maggiore trasparenza e coerenza nella gestione della residenza fiscale. Tuttavia, le nuove regole richiedono un’attenta valutazione da parte dei contribuenti. È fondamentale comprendere come queste modifiche possano influire sulla propria situazione fiscale, soprattutto per chi lavora in modalità agile o ha interessi economici in diversi Paesi.
Per affrontare al meglio questa complessità e garantire la conformità alle normative, è consigliabile consultare un commercialista esperto, che possa fornire assistenza personalizzata e approfondita.
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