La vendita di prodotti a privati tramite Amazon costituisce, a tutti gli effetti, attività di commercio elettronico indiretto.
Sempre un numero maggiore di persone, si avvicinano a questo tipo di attività, sia a tempo pieno sia part time.
Oltre che dalle statistiche, noi ce ne accorgiamo dalle numerose richieste di informazioni che ci arrivano dai lettori.
Gli argomenti strettamente correlati alla vendita di beni e servizi online, inutile negarlo, sono ormai un argomento di grande attualità.
Per questo motivo oggi vediamo sia come vendere su Amazon senza partita iva ma anche come farlo quando si è muniti di partita Iva.
Se cerchi sul nostro blog, troverai altri contributi, su come vendere su Amazon, ma anche sul commercio elettronico in generale.
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Come vendere su Amazon senza partita Iva
Innanzitutto rispondiamo dalla domanda più scontata che potrebbe esserci rivolta da chi prospetta un’attività di vendita beni su Amazon.
E’ possibile vendere sia come privato senza partita Iva?
Sì, ma con dei limiti molto stringenti, non è possibile superare 40 beni ceduti.
Vendere su Amazon con partita Iva
Se la vendita di beni diventa continuativa, occorre aprire necessariamente la partita Iva.
Vendere beni su Amazon, significa esercitare un’attività imprenditoriale di natura commerciale.
L’attività di commercio online, può essere esercitata sia come ditta individuale, sia come società di persone o di capitali.
Per intenderci, rispettivamente una S.a.s. o S.n.c. oppure S.r.l o S.r.l.s. ad esempio.
Gli adempimenti necessari per aprire l’attività sono i seguenti:
- apertura partita Iva. Il codice attività ATECO da utilizzare è il seguente
47.91.10 – Commercio al dettaglio di qualsiasi prodotto effettuato via internet; - compilazione della SCIA (Segnalazione Certificata Inizio Attività) al SUAP (Sportello Unico per le Attività Produttive) dove ha sede l’attività;
- invio ComUnica alla CCIAA di competenza;
- apertura eventuale posizione INPS ed INAIL.
Vendite su Amazon e disciplina Iva
Il commercio elettronico indiretto è assimilato, ai fini della disciplina Iva, alle vendite per corrispondenza.
Per tali cessioni, non è obbligatoria l’emissione della fattura, a meno che non sia richiesta dal cliente non oltre il momento di effettuazione dell’operazione.
Tutto questo è disciplinato dall’art. 22, comma 1, n. 1) del D.P.R. n. 633/1972.
L’art. 101, comma 2 della legge 21 novembre 2000, n. 342, ha condizionato la previsione di non obbligatorietà di emissione della fattura sia che il pagamento sia stato effettuato con l’intervento di intermediari finanziari abilitati (es. carte di credito), sia alla necessità della presenza di idonea documentazione.
Le cessioni di beni su piattaforme, quali Amazon, non sono soggette nemmeno all’obbligo di certificazione fiscale. (mediante scontrino o ricevuta).
Queste semplificazioni, consentono a chi decide di vendere beni di non emettere nessun documento a fronte di una vendita a consumatori privati.
Questo perché è sufficiente l’annotazione sul registro dei corrispettivi del totale delle operazioni giornaliere (ex art. 24 del D.P.R. n. 633/1972).
Laddove i clienti richiedano le fatture, occorrerà registrarle come peraltro ogni soggetto passivo Iva, nel registro delle fatture emesse di cui all’art. 23 del D.P.R. n. 633/72.
Restituzione beni e disciplina Iva
Laddove il cessionario restituisca i beni al venditore, ad esempio esercitando il diritto di recesso, occorre esaminare quali sono i riflessi nella normativa Iva.
Nel caso in cui il venditore abbia emesso fattura, allo stesso è consentito utilizzare la procedura di variazione prevista dall’art. 26 del D.P.R. n. 633/1972.
Se invece il venditore non ha emesso fattura od altro documento fiscale (classico esempio di cessione B2C), lo stesso dovrà fornire la documentazione che consenta l’identificazione degli elementi necessari a correlare la restituzione al medesimo bene risultante dal documento che prova la vendita originaria quali:
- generalità del soggetto acquirente;
- ammontare del prezzo rimborsato;
- codice dell’articolo oggetto di restituzione;
- codice di reso (quest’ultimo deve essere riportato su ogni documento emesso per certificarne il rimborso).
Il regime forfettario per il commercio online su Amazon
Il nuovo regime forfettario è, nel nostro Paese, il regime naturale per tutte le partite Iva che esercitano micro attività.
Ovviamente vi sono dei limiti ben precisi per adottare questo regime agevolativo.
Per il commercio al dettaglio e per il commercio online, il limite di ricavi annui 65.000 € con un coefficiente di redditività pari al 40%.
Facciamo un esempio per capire meglio la fiscalità da applicare ad un attività di commercio online.
Supponiamo un fatturato di 10.000 € e vediamo come procedere per il calcolo dell’imposta sostitutiva.
Su 10.000 € devi applicare il coefficiente di redditività pari al 40% per ottenere la base imponibile su cui applicare l’imposta sostitutiva.
Nel nostro caso, la base imponibile diventa quindi 4.000 €.
Per calcolare le tasse da versare, è sufficiente applicare l’imposta alla base imponibile.
Se sei nei primi 5 anni della tua attività puoi usufruire dell’aliquota del 5% di imposta sostitutiva sarà:
4.000 € x 5% = 200 € imposta sostitutiva per il periodo d’imposta 2019.
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Glaucia says
Buongiorno, ho appena iniziato a vendere su Amazon e vorrei aprire una partita Iva ma ho ancora molti dubbi.
Se i miei ricavi sono di 45000 euro / anno, quale Regime dovrei adottare? Quali tasse devo pagare ogni anno per questa attività?
Staff says
Buongiorno Glaucia, fino a quando rispetterai la soglia di 50.000€ di ricavi potrai applicare il regime forfettario.
Con questo regime fiscale agevolato, se rispetti determinati requisiti, avrai un’imposta sostitutiva IRPEF del 5% per i primi 5 anni.
L’imposta verrà calcolata sul 40% dei tuoi ricavi.
Per quanto riguarda la parte previdenziale, sarai soggetta ai contributi fissi previsti per i commercianti.
I contributi da commerciante ammontano a circa 3.600€ all’anno, ma applicando il forfettario potrai godere di una riduzione del 35%, pagando come contributi fissi 2.400€.
Ti riportiamo il calcolo esatto delle tasse che dovrai versare con il regime forfettario se il primo anno fatturi 45.000€.
Per prima cosa calcoliamo il tuo reddito imponibile.
Nel regime forfettario il reddito imponibile si determina applicando al totale dei ricavi un coefficiente di redditivà.
Per l’attività di e-commerce
45.000 x 40% = 18.000€ reddito imponibile imposta sostitutiva
18.000 x 5% = 900€ saldo imposta sostitutiva da pagare alla prima scadenza del 30 Giugno
18.000 – 15.548€ = 2.452€ reddito imponibile contributi INPS in percentuale
2.452 x 23,64% = 579,65€ saldo contributi INPS in percentuale da pagare alla prima scadenza del 30 Giugno
Il primo anno è quello più difficile in quanto dovranno essere versati anche gli acconti per l’anno successivo.
Ecco i calcoli per capire quanti acconti dovranno essere versati:
Acconti imposta sostitutiva:
900€ x 40% = 360€ da pagare alla prima scadenza del 30 Giugno
900€ x 60% = 540€ da pagare alla seconda scadenza del 30 Novembre
Acconti INPS:
579,65 x 40% = 231,86€ da pagare alla prima scadenza del 30 Giugno
579,65 x 60% = 347,79€ da pagare alla seconda scadenza del 30 Novembre
Oltre all’imposta sostitutiva sostitutiva e ai contributi in percentuale, dovranno essere versati i contributi INPS fissi.
I contributi INPS sono di circa 3.600€, ma applicando il regime forfettario avrai la possibilità di richiedere una riduzione del 35%.
Con la riduzione i contributi fissi INPS ammontano a 2.400€.
Dovranno essere versati in rate trimestrali, alle seguenti scandeze: 16 Maggio, 21 Agosto, 16 Novembre, 16 Febbraio.
Ricorda che essendo iscritto in camera di commercio dovrà essere versato anche il Diritto annuale, una volta l’anno.
L’importo del diritto camerale può variare dalle 40€ alle 80€.
Cordiali saluti
Fabio Fusco says
Buongiorno,
grazie dell’articolo: sicuramente il migliore che ho letto fino ad ora.
Una cosa non mi è chiara: i contributi INPS variano in base al reddito? Dal seguente punto capisco di no: “contributi inps fissi: 3.600€”, ma da ques’altro capisco di sì “18.000 – 15.548€ = 2.452€ reddito imponibile contributi INPS in percentuale”.
Grazie per l’attenzione
Staff says
Buonasera Fabio, i commercianti o gli artigiani pagano due quote di contributi.
La prima quota è fissa, indipendente dal fatturato. La seconda quota scatta solamente se si supera la soglia di reddito imponibile di 15.878€ (limite del 2019) e sono calcolati in percentuale.
L’esempio che trovi era riferito al 2018.
Cordiali saluti
Sonia says
Buonasera, sinceramente vorrei farvi i complimenti per le vostre risposte!
Avevo lo stesso quesito di Glaucia e non ho nemmeno bisogno di scrivere la domanda è fantastico.
Non ho mai visto una risposta cosi articolata e dettagliata con i calcoli e per giunta gratis.
Penso che aprirò la partita Iva con il vs servizio prima possibile.
Grazie
Pamela says
Buongiorno,
che tipo di società consigliate di aprire essendo da sola ad operare?
Grazie
Staff says
Buonasera Pamela, sicuramente per il primo periodo può essere conveniente aprire la partita Iva come ditta individuale nel regime forfettario.
Se decidi di procedere, valuta il nostro servizio Go commerciante.
Cordiali saluti
Salvatore says
Bungiorno, volevo porle un quesito: se fossimo in due ad iniziare a vendere su Amazon, cosa dovremmo fare con la partita iva? Ci sarebbero costi maggiori dovendo aprire una societá o cose simili?
Staff says
Buonasera Salvatore,
sicuramente in fase di apertura, costituire una società è più oneroso in termini di costi. Come alternativa può essere valutata l’apertura di due partite iva individuali.
Cordiali saluti
alessandro says
buongiorno e complimenti per il servizio che offrite!
voglio iniziare il commercio su amazon ,volevo chiedervi se ,essendo gia’ lavoratore dipendente (voglio mantenere il lavoro parallelamente ad amazon), vado in contro a problematiche particolari per quanto riguarda l inps e l inail…che gia’ attualmente pago..
grazie
alessandro
Staff says
Buonasera Alessandro,
potrai godere del vantaggio di non dover versare i contributi INPS per la tua p.iva, in quanto già titolare di una posizione contributiva obbligatoria per il tuo lavoro da dipendente.
Attenzione questo vantaggio è previsto solo per le attività commerciali, come quelle che vuoi intraprendere tu.
Inoltre non essendo un artigiano non avresti l’obbligo di iscrizione all’ INAIL.
Attenzione però a rispettare il requisito fondamentale per aderire al regime forfettario, ovvero che il reddito da dipendente ottenuto al 31/12 dell’anno precedente all’apertura della p.iva non sia superiore ai 30.000€.
Cordiali saluti
Antonio says
Ma se io ho già una partita i a a livello agricolo ma vorrei vendere i miei prodotti devo aprire una nuova partita Iva?
Staff says
Buongiorno Antonio,
non è possibile aprire più partite iva individuali.
Inoltre l’attività agricola non è compatibile con l’adozione del regime forfettario, anche per altre attività esercitate.
Cordiali saluti
giuseppe says
salve, volevo sapere se voi vi occupate anche dell’apertura della partiva iva all’estero, come germania, francia, spagna, uk, polonia, repubblica ceca, Noi vendiamo in internet in questi paesi ed avendo superato il limite di reddito (per lo meno in alcuni paesi come la francia, limite 35 mila euro annui) è obbligatorio l’apertura della partita iva e dei versamenti periodici . Grazie
Giuseppe
Staff says
Buonasera Giuseppe,
siamo spiacenti ma non forniamo questo tipo di servizio.
Cordiali saluti
Mario says
Ciao, sono in pensione e vorrei aprire una partita iva per il commercio online.
Che tipo di partita iva devo aprire e riguardo ai contributi inps/inail come ci si deve comportare? Voi eventualmente fornite assisenza?
Grazie
Mario
Staff says
Buonasera Mario,
può convenire aprire una partita Iva nel regime forfettario.
Per applicare il forfettario però è necessario che il reddito da pensione, percepito nell’anno precedente all’apertura della partita Iva (così come risulta da Certificazione Unica), non sia superiore ai 30.000€.
I contributi INPS devono comunque essere versati.
Ovviamente abbiamo un servizio dedicato alle attività da commerciante nel regime forfettario. Puoi trovare tutto al seguente link:
https://www.regimeminimi.com/prodotto/partita-iva-commerciante-gratis/
Cordiali saluti
Marco says
Sono autore di libri in vendita su Amazon.
Fino alla metà del 2017 trattavo tali introiti come compensi per diritto d’autore (Redditi Diversi).
Alla metà del 2017 ho aperto una partita iva per attività professionale affine a quella contenuta nei libri.
Come posso includere il reddito professionale nel reddito del regime forfettario dal momento che non posso emettere fattura verso Amazon?
Grazie
Staff says
Buonasera Marco, a nostro avviso i redditi percepiti dalla vendita di libri su Amazon deve continuarli ad indicare come cessione di diritto d’autore.
La partita Iva potrà continuare a tenerla per l’attività professionale.
Cordiali saluti
Mario says
Buonasera,
ma se voglio vendere su amazon senza P IVA i beni ceduti devono essere minimo 40 mensili o annui?
Staff says
Buonasera Mario, a nostro avviso non ci sono limiti da rispettare.
Se l’attività è esercitata con continuità è necessario aprire partita Iva.
Cordiali saluti
micol says
Buongiorno, noi siamo in due abbiamo aperto una snc a gennaio di quest’anno, ma abbiamo la sensazione che tenendo due partite iva a regime forfettario avremmo risparmiato (tenuti conto i costi sostenuti per notaio, commercialista, tasse ecc). Abbiamo un reddito procapite calcolabile circa in 40.000 euro lordo. Cosa ci consigliate?
Staff says
Buonasera,
con un fatturato di 20.000€ a testa si poteva sicuramente godere di buoni vantaggi da parte del regime forfettario.
Ovviamente andrebbe fatta un analisi più dettagliata dell’attività svolta come SNC, ma è fuori dubbio che la partita Iva individuale nel regime forfettario potesse essere una valida alternativa, specialmente se si rispettava i requisiti per la riduzione dell’aliquota al 5%.
Cordiali saluti
Micol says
No intendevo 40 procapite quindi 80 totale. Vale lo stesso discorso?
Staff says
Buongiorno Micol, con l’eventuale innalzamento della soglia dei ricavi a 65.000 € per chi apre il regime forfettario, potrebbe valere lo stesso discorso.
Cordiali saluti
Federica says
Salve, per vendere su amazon senza partita iva, il numero delle vendite che non deve superare i 40 beni, è inteso mensilmente oppure annuale?
Staff says
Buonasera Federica, il limite è annuale.
Cordiali saluti
Giuseppe says
Buonasera,
ho letto che il reddito da dipendente ottenuto al 31/12 dell’anno precedente all’apertura della p.iva non deve essere superiore ai 30.000€. Una semplice domanda ma i 30.000€ netti o lordi?
Grazie
Staff says
Buonasera Giuseppe,
il requisito di cui parla, nel caso di apertura partita Iva nel 2019, non è più richiesto al fine di applicare il regime forfettario.
Cordiali saluti
Roberta says
Buongiorno, ho una domanda da porvi di cui non ho trovato la risposta leggendo l’articolo. Ho una partita iva con regime forfettario in quanto traduttrice, iscritta alla gestione separata. Se io volessi vendere su Amazon, dovrei fare l’iscrizione a camera di commercio e pagare il fisso INPS? Non so quale attività mi dia più introiti,
Grazie
Staff says
Buonasera Roberta, in caso di inizio attività di commercio è necessario iscriversi in camera di commercio e pagare il fisso INPS.
Potrà essere fatto anche con la stessa partita Iva usata per le traduzioni, ma sarà necessario aggiungere un’ulteriore attività e tenere due contabilità separate.
Cordiali saluti
Luigi says
Salve, vorrei provare a vendere su Amazon come venditore occasionale, senza partita IVA ma ho delle domande:
1 – Il limite è di 40 prodotti venduti al mese, esiste anche un limite di categoria?
2 – Nel caso questo limite non esistesse, un ipotetico venditore potrebbe vendere 40 collane di diamanti per 6000 euro l’una in un solo mese?
3 – Nel caso invece esistesse un limite di categoria come venditore occasionale (prendiamo ad esempio una categoria sicuramente fruibile senza P. IVA “Film e Tv”), potrei vendere 40 dvd rari a 500 euro l’uno?
Le domande sono esplicative non sono dati reali, ma ipotetici, esagerati per far capire il concetto e i miei dubbi, grazie
Staff says
Buonasera Luigi, non esistono limiti di categoria, ad ogni modo se l’attività di vendita viene esercitata con continuità ed in modo professionale è comunque necessario aprire partita Iva.
Cordiali saluti
Francesco says
Salve,
complimenti per le risposte puntuali che fornite!
Lavoro come dipendente e vorrei iniziare il commercio su Amazon, ho due domande:
– posso rientrare nel regime forfettario con aliquota di tassazione al 5% ?
– il nuovo limite dei 65000€ di ricavi è da considerarsi somma tra lavoro dipendente e autonomo?
Cordialmente,
Francesco
Staff says
Buonasera Francesco, rispondiamo di seguito alle tue domande:
– puoi applicare il 5% se rispetti determinati requisiti, questi requisiti puoi leggerli nella nostra guida
– il nuovo limite di 65.000€ si riferisce solamente al reddito da partita Iva, il reddito da lavoro dipendente non viene considerato in quanto tassato separatamente.
Cordiali saluti
Alex says
Salve, sono lavoratore dipendente e vorrei cominciare a vendere cn Amazon in parallelo.. per quanto riguarda i contributi previdenziali sono tenuto a versarli tutti o c’è qualche tipo di agevolazione se sei già lavoratore dipendente? Il regime forfettario rimane invariato del 5% se nn supero i 65000 complessivi dei due redditi o solo del lavoro con partita Iva? Grazie
Staff says
Buonasera Alex se lavoratore dipendente a tempo pieno, puoi godere dell’esenzione dal pagamento dei contributi INPS sulla partita Iva. Allo stato attuale, il limite dei 65.000 € si riferisce ai ricavi della sola partita Iva.
Cordiali saluti